Sono passati ormai quarant’anni e l’affetto per il Michele Rua non diminuisce, forse anzi aumenta! Una volta per me era “la seconda casa”, ora è diventata la seconda casa di tutta la mia famiglia, tanto che diventa impensabile allontanarsi ed andare ad abitare altrove.

L’oratorio in questi miei quarant’anni si è trasformato sotto molti aspetti, sia dal punto di vista degli spazi con la palestra ed i campetti da calcio,  poi con l’introduzione della scuola primaria ed infine con le ultime novità….i laboratori di maker lab! Anche le persone sono cambiate infatti c’è chi si è allontanato per lavoro o per motivi famigliari, ma che quando passa in Barriera non può fare a meno di entrare e sentire quel profumo di casa e far riaffiorare dei bei ricordi …quando i campi da basket, pallavolo e calcio erano pieni di giovani e si giocava fino alle 19 e poi  il don doveva mandarci via a forza perchè era proprio ora di chiudere! Sì i tempi sono davvero cambiati, forse ci sono meno giovani tra i cortili, perché è la società ad essere cambiata, ma il Michele Rua rimane un punto fisso, davvero una casa per tutti! Infatti in questi anni ha aperto le porte a giovani di tutte le nazionalità ed i cortili si sono riempiti di bambini, bambine, ragazzi e ragazze dai volti colorati.  E’ diventato un luogo vicino agli ultimi, sono stati accolti alcuni giovani immigrati,  per donare loro un letto su cui riposare, una mano a cui aggrapparsi per essere sostenuti ed accompagnati, un aiuto per trovare un lavoro ed infine raggiungere l’autonomia. Nell’aiutare questi ragazzi sembra di ripercorrere un po’ i passi di don Bosco quando aiutava i suoi giovani per toglierli dalla strada, per dare loro una possibilità, per offrire loro un’istruzione, per inserirli nella società e sottrarli alla criminalità…oggi il Michele Rua è anche questo: una porta aperta sul mondo.