storia 19, 7 aprile 2022
by Pina Baldinu
Per chi come me aveva 12-13 anni nei primi anni 60, l’Oratorio femminile era d’inverno in via Paisiello e nella cascina di fronte, mentre d’estate si trovava a Piamprato in val Soana, in un immenso pianoro verde tra pinete e cascate, a 1500 metri d’altezza. Lì sorgevano le nostre due colonie, per i ragazzi e ragazze, alla “dovuta distanza” di 500 metri. Si sognava tutto l’anno scolastico di salire sui nostri monti, dove le giornate scorrevano liete tra giochi, canti, camminate e momenti formativi di gruppo. Inoltre, si facevano tante belle mangiate perché avevamo la fortuna di avere Suor Maria Tarabra, per tutti Suor Maria cuoca. Ci preparava polenta, pastasciutta, arrosti fumanti e “le bombe”. Quest’ultime erano delle frittelle di patate dolci con zucchero in superficie e facevano impazzire tutti; non bastavano mai perché ci si abbuffava e ci si appagava fino in fondo. “Ancora Suor Maria, ne vogliamo ancora” dicevamo tutte le volte. E le Suore, che di bombe non ne avevano più, tiravano fuori, a giustificazione, le parole sagge di Don Bosco: “Bisogna alzarsi da tavola con ancora un po’ di appetito”.
A Piamprato erano con noi le Suore di Monterosa (Suor Cecilia, Suor Maria Milanese e Suor Marisa Lorenzato) ed altre Suore che venivano dall’Ispettoria tra le quali Suor Milena Bordignon. nostra assistente. Lei la ritrovai sempre nella vita. Mi ricordo che un giorno mi disse: “Pina, ho chiesto come regalo al Signore di farmi fare un po’ di anni in quell’amato Monterosa che voi mi avete fatto pregustare a Piamprato. Chissà se prima di morire me lo concederà?!”. Per fortuna, Suor Milena venne esaudita nel suo desiderio: si fermò dalla riapertura della casa delle Suore (nel 2008) fino a sette anni fa. La cosa bella è che dopo aver curato e seguito me piccola ebbe anche i miei due nipoti più grandi, Nicolò e Benedetta, che accoglieva ogni mattina alla Scuola Elementare. Trovo veramente splendido una vita vicino a Suor Milena.
Durante l’anno c’era “l’Oratorio invernale” quotidiano. Alle 17,30 tutte noi ci incontravamo in laboratorio per il ritrovo dopo lo studio; lì trovavamo Suor Maria Fava con ago e filo a rammendare calze all’infinito, ma anche Suor Maria Milanese e Suor Cecilia che seguivano ogni nostro passo ascoltandoci, incoraggiandoci e dandoci due “dritte”. Non posso non menzionare Suor Marisa Lorenzato che era sorella ed amica di tutte e portava allegria a tutti con il suo entusiasmo. Avevamo tutto senza avere praticamente nulla, se non due dischi, qualche chitarra e un po’ di giochi di gruppo. Però ognuno di noi aveva tanta, tanta voglia di ridere, cantare e stare insieme.
Ma torniamo alle “bombe” di Suor Maria cuoca, che per le sue qualità culinarie aveva avuto il privilegio di una canzone scritta tutta per lei, che spesso le cantavamo. Passando gli anni le ragazzine diventarono spose, madri, ma non si persero di vista perché due volte all’anno le Suore ci radunavano per l’incontro delle ex-allieve. Tutte portavamo qualcosa per far festa, ma tutte aspettavamo che Suor Maria cuoca scendesse con vassoi pieni della sua specialità, che nessuno riuscì mai ad imitare. Si vedeva nei suoi occhi la gioia di farci felici come quando eravamo piccole e per noi gustare quelle “bombe” era come gustare ancora gli anni ed i sapori della nostra gioventù. Una domenica del lontano 1993, dopo aver fatto felici le sue ex-allieve con la sua presenza e con le sue “bombe”, ci salutò all’improvviso.
Devo a tutte le mie Suore la mia gioia di vivere, sono quasi tutte in Cielo e so che mi seguono, mi guardano e mi aspettano.