storia 3, 7 febbraio 2022
by Paola Busso
Pochi giorni dopo Natale abbiamo salutato Suor Marisa, la nostra SuorMa, una figura “grande”, sotto ogni punto di vista, e significativa nel mio cammino di giovane del Michele Rua. La sua presenza è sempre stata discreta, quasi in punta di piedi, ma quanti ricordi insieme a lei e Don Piero!
Sono stati per me anni davvero belli quelli passati con loro in Oratorio, momenti che mi hanno aiutato a crescere e a consolidare valori che ancora oggi accompagnano me e la mia famiglia. Non erano solo il Don e la Suora, ma guide che mi hanno insegnato ad amare Don Bosco e l’oratorio e a conoscere tanti amici, che ancora oggi incontro. SuorMa era il braccio destro di Don Piero, una maga del computer e…delle fotocopie… e anche un po’ il suo angelo custode.
Insieme hanno passato serate e notti perché tutto fosse sempre pronto per noi giovani, dai Campi a Gressoney, alle Estati giovani, a Vollon, ai gruppi formativi, alla preghiera del giovedì.
Da loro posso dire di aver imparato a divertirmi in modo sano perché non mancavano mai i sabato sera organizzati o le pizzate insieme, ma anche a pregare e a restituire un poco del tanto che ogni giorno ricevevo, diventando animatrice e catechista di tanti bambini e ragazzi.
Ricordo con commozione la settimana passata a Resy per preparare la maturità, le risate, le discussioni e le scommesse sui temi di maturità…accompagnate dalle acciughe al verde a colazione per darci la carica e da un mitico gruppo del ’74 con cui ho condiviso tanti momenti.
Non posso non ricordare le chiacchierate con Luca Tesa o gli incontri di catechismo preparati insieme a Chiara Bagnoli che oggi guardano dal cielo il loro Oratorio.
Appuntamento fondamentale per me era il momento di ritrovo tutti i giorni alle 19, dopo il pomeriggio di studio: mezz’ora di svago per salutare i miei amici e fare un giro in Sala Giovani.
Una sera sono arrivata in Oratorio e non ho subito trovato il mio giro di amici e, rivolgendomi a Don Piero ho detto: “Sta sera non c’è nessuno!”. Lui mi ha fulminato con gli occhi e subito mi ha risposto: “Ma la sala è piena, questi non sono amici?” e mi ha accompagnato dai “tamarri”, come li chiamavamo noi, e me li ha presentati uno per uno. Questa lezione non l’ho mai dimenticata!
Dopo Don Piero è arrivato Don Alberto Zanini che ci ha cresciuto con i suoi progetti, letteralmente Progetti….per ogni cosa bisognava scrivere e mettere su carta, dividere in punti, materiali e metodi e anche al suo fianco SuorMa mediava, non solo carta, ma anche Cuore….e obiettori!
Ebbene sì, devo dire grazie a Don Alberto se ho conosciuto Francesco, giunto dall’Oratorio del San Paolo (da sempre rivale del Monterosa). Anche lui è entrato subito in sintonia con Don Alberto e SuorMa e ha condiviso con loro momenti belli, profondi e nottate di programmazione.
…ma loro avevano già visto lungo…e gli sguardi e le nostre chiacchierate trovavano conferma nelle loro battutine…
SuorMa è stata la prima a sapere di me e Francesco e il suo commento è stato: “Ma io lo sapevo…”!
E oggi scrivo per ringraziare tutti i salesiani e le suore che ho incontrato nel mio cammino oratoriano, che tutt’oggi continua, e hanno fatto sì che Oratorio diventasse la mia seconda casa.
Non guardo i miei ricordi con nostalgia o amarcod, ma come tappe fondamentali della mia crescita e, oggi, rivedo lo stesso entusiasmo che avevo io negli occhi delle mie figlie e di tanti loro amici, segno che il carisma Don Bosco è ancora vivo e infiamma i cuori.