Un giorno ricevo una telefonata da un amico dell’oratorio Monterosa, M.B.
”Cercano un supplente di matematica e scienze…” ,ma in quel periodo io sto lavorando come biologa in laboratorio alle Molinette…”No grazie, sono già occupata…”, ma lui insiste. Dopo tre o quattro telefonate decido, solo per fargli piacere, di andare al Michele Rua per un colloquio in cui la risposta è già decisa…no grazie!
Mi accoglie sotto il porticato il direttore don Mario Banfi, piccolo di statura, ma grande nel calore umano…una di quelle persone che ti tratta come se ti avesse sempre conosciuto e ti fa sentire “a casa”. Sono stampati nella mia memoria il suo sorriso, l’energia della sua stretta di mano e il vocione con cui cantava “Figlia mia ti voglio dare…” durante le gite scolastiche per intrattenere i ragazzi sul pullman!
Ma torniamo a quel giorno…
Al fondo del corridoio, trovo nell’ufficio il preside, don Gianni Garlando che con la sua irresistibile gentilezza e tranquillità e con voce convincente, mi illustra l’impegno richiesto…sei ore ,“te le sistemo come vuoi tu”……….
Entro biologa delle Molinette ed esco prof del Michele Rua, senza neanche sapere come! Non ho potuto dire di no a quel salesiano che ha appena cambiato il corso della mia vita. …
Il giorno dopo entro in classe, in 1B, con lui; mi presenta a 30 paia di occhi sgranati, tutti maschi…”Ecco la vostra nuova professoressa, esperta, che vi insegnerà mate e scienze”…Esperta..sorrido, ho 25 anni e ne dimostro 20 e non sono mai entrata in una classe se non da allieva! Aiutooo!
Ma sin dal primo giorno vengo affidata alle “amorevoli cure” del mitico don Trivero, insegnante storico di matematica, una delle colonne del Michele Rua, a cui bastava picchiettare dal primo piano sul vetro perché i ragazzi si mettessero in fila per due e salissero le scale in silenzio(….fantascienza, pensandoci ora!). Trovo davanti a me all’inizio un burbero salesiano con i pantofoloni neri che fa tremare le ginocchia a una ragazzina neodocente : mi presenta tutti i miei compiti, i programmi, i registri, il modo in cui intraprendere questa strada, intercalando fra italiano e piemontese, parlando dei ragazzi fra un “balengo” e un “badola”. Ma dietro a quella apparenza ruvida, sta un cuore grande capace di ascolto, sorrisi e di gesti di affetto inaspettati che negli anni, anche quando ci incontravamo per caso, mi hanno sempre fatto molta tenerezza.
E poi in cortile incontro don Virgilio, donVi, di una cordialità e di una familiarità travolgenti! Mi dà il suo mignolino ed è subito legame, affetto, gioia di incontrarci…da lui ho imparato davvero cosa significa il “cortile” e la relazione spontanea con i ragazzi! Mi diceva “tu hai il cuore oratoriano” …spero avesse ragione.. quello che è certo che nel cuore lo porto sempre, ancora oggi.
Un altro personaggio di quei giorni è don Guido Battaglieri, prof di lettere, originale, creativo, pronto ad offrirti i suoi dolcetti di non si sa quale Natale…anche lui un salesiano doc con i ragazzi, attento a loro più che alla media dei voti!
Insomma, io sono ancora qui, al Michele Rua, dopo tanti anni, gioie e fatiche, e dopo varie occasioni di andare via…Sono ancora qui anche grazie a loro e ad altri venuti dopo e cerco di camminare sulle orme di questi “grandi” che ho avuto la gioia di conoscere e con cui ho fatto un pezzo di strada!
Quei primi quattro mesi di supplenza condivisi con queste persone e gli anni seguenti, mi hanno fatto “innamorare” dell’insegnamento. Non rimpiango le provette e le analisi da biologa quando vedo davanti a me ragazzi con cui condividere radici quadrate, ma soprattutto pezzi di vita..…sempre sfidante e bello lavorare così!